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lunedì 21 febbraio 2011

Astrofolo il filosofo- ONTOLOGIA e Teoria del pozzo

L’ontologia astrofolea ebbe luogo, come detto prima, dopo l’evento del pozzo. Astrofolo si rese conto che il secchio vuoto, scendendo nel pozzo, torna su pieno. Di fronte a questo fenomeno, il filosofo iniziò a interrogarsi. Inizialmente nel periodo giovanile (il periodo giovanile spesso non è distinto da quello senile; nonostante ciò lasciamo che siate voi da soli a capire il perché) cerca una soluzione fisica a questo fenomeno. In questa prima ipotesi gli atomi dell’acqua seguirebbero lo stesso percorso fisico compiuto dai camaleonti afgani durante un attacco epilettico. Secondo questa ipotesi, dunque, il movimento degli atomi acquatici sarebbe casuale. Questi proverrebbero dall’atmosfera che ci circonda, che Astrofolo decide di denominare Clotilde. Clotilde è piena di atomi, e da essi è composta. Gli atomi si incontrano accidentalmente, e questi fortuiti incroci sono spesso seguiti da espressioni come: “Mi scusi, non l’avevo vista”, oppure “Guarda dove vai, idiota”. In ogni caso gli atomi sono molto più sbrigativi degli esseri umani e, partendo da presupposti così banali come dei semplici incidenti, si accoppiano. Da alcune di queste coppie nascono accidentalmente (probabilmente per l’uso di preservativi bucati) atomi come quelli dell’acqua.
Così, tirando su il secchio –che secondo Astrofolo era intriso del testosterone che lui stesso emanava di continuo- vi trovava l’acqua, poiché in esso erano avvenute talmente tante orge combinate (il testosterone Astrofoleo, che lui denominerà Luigi, è la maggiore spinta erotica per gli atomi) da rendere possibile la “combinazione acqua” tante volte da riempire il secchio.