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martedì 9 novembre 2010

Le lettere di Pamella - 9 novembre

Cara madre,
ti scrivo, come tu potrai bene immaginare, dalla casa del signor Stylor, ove tu mi mandasti per ricoprire le mansioni di domestica. La casa è molto graziosa, e anche il giardino mi aggrada molto, in particolare per la presenza di quegli piccoli gnomi da giardino che mi salutano ogni volta che mi affaccio al balcone. Ogni tanto li vedo trafficare con strani oggetti oblunghi da cui esce del fumo, anche se il signor Stylor si è rifiutato di spiegarmi cosa siano. In ogni caso volevo servirmi anche del tuo saggio consiglio per sottoporti delle questioni che tu, col tuo sapiente giudizio materno, so essere in grado di risolvere. Ho diversi dubbi, forse dovuti alla mia età ancora giovane, caratterizzata da incertezze. Ad esempio, devi sapere, che qualche giorno fa mi stavo recando all’esterno della casa a gettare dell’immondizia, quando un giovine mi ha fermato dicendomi “hai d’accendere?”. Ti confesso che il mio imbarazzo fu tanto, soprattutto quando, troppo presa dall’emozione, in risposta, gli regalai un sacchetto dell’umido. Certo, non si può dire che la mia reputazione nel quartiere ora sia molto buona. In ogni caso, presa dallo sconforto per questo accadimento, tornai a casa in lacrime, senza capire cosa fosse veramente successo. Quando il signor Stylor, incuriosito ed intenerito dalle mie lacrime, mi chiese il motivo di tale pianto, mentii dicendogli che un individuo tarchiato e barbuto mi aveva invitato fuori a prendere un drink. La mattina dopo, alle 6, 13 gnomi furono fucilati nel cortile sul retro. Dunque volevo chiederti madre se, secondo te, dovrei sentirmi in colpa o chiamata in causa per la morte di quei poveri innocenti, o se tutto sia dovuto alla reazione impulsiva del signor Stylor. Dimenticavo un particolare, che forse tu non avresti tralasciato, conoscendoti. Quando il padrone Stylor mi chiese chi fosse di quei  45 gnomi il colpevole di tale misfatto, io, con l’intenzione di non voler ledere l’onore né del signor Stylor, né di quei piccoli ometti ne scelsi uno, e andai avanti a scegliere finché al tredicesimo non pensai che potesse bastare a mettere finalmente in pace quelle povere anime turbate. Questo per ora è tutto, madre mia. Attendo presto una tua risposta.
Pamella

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